La versione definitiva di questo lavoro è in:
Paola Benincà, Guglielmo Cinque, Tullio De Mauro & Nigel Vincent (curr.)
Italiano e dialetti nel tempo. Studi di grammatica per Giulio C. Lepschy
Roma, Bulzoni: 45-660, 1996
Versione aggiornata in:
Pier Marco Bertinetto
Il dominio tempo-aspettuale
Rosenberg & Sellier, Torino 1997.
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This paper's final version is to be found in:
Paola Benincà, Guglielmo Cinque, Tullio De Mauro & Nigel Vincent (curr.)
Italiano e dialetti nel tempo. Studi di grammatica per Giulio C. Lepschy
Roma, Bulzoni: 45-660, 1996
Revised version in:
Pier Marco Bertinetto
Il dominio tempo-aspettuale
Rosenberg & Sellier, Torino 1997.
Abstract:
L’aspetto progressivo è una delle articolazioni fondamentali dei sistemi tempoaspettuali. Benché la sua definizione sul piano strettamente formale sia tutt’altro che semplice, a livello descrittivo tutti concordano sul fatto che esso indichi un evento osservato nel suo svolgersi. Lo si può dunque considerare una proprietà inderogabile di qualunque lingua naturale.
Ciononostante, le sue manifestazioni, nonché i suoi esatti connotati semantici, sono caratterizzati da cospicua variabilità tra lingua e lingua. In questo lavoro viene confrontato il comportamento delle perifrasi italiane, spagnole e inglesi che esprimono nozioni ruotanti attorno all’idea di progressività. Oltre alla perifrasi progressiva propriamente detta (PP; il tipo ‘stare + Ger.’), l’italiano e lo spagnolo presentano anche una perifrasi detta ‘continua’ (PC; il
tipo ‘andare/venire + Ger.’). Ma nonostante la perfetta sovrapponibilità morfologica di questi due tipi di locuzione, italiano e spagnolo divergono in maniera sostanziale sul piano delle proprietà semantiche associate a PP e PC. I risultati principali di questo lavoro si possono cos“ riassumere.
(a) La perdita dei Tempi verbali perfettivi per la PP italiana è strettamente correlata con lo sviluppo di una spiccata propensione di tale costrutto ad esprimere la nozione di progressività nella sua forma più pura. Per contro, le PP spagnola ed inglese hanno mantenuto la capacità, originariamente presente anche in italiano, di convogliare tanto la nozione di progressività, quanto quella, vicina ma non coincidente, di continuità (nel senso specifico definito in Bertinetto [1986]).
(b) Nonostante questa fondamentale somiglianza, la PP spagnola differisce dalla PP inglese in ragione della maggior ricchezza di esplicite opposizioni aspettuali osservabili in spagnolo.
(c) La PC italiana risulta, in buona misura, complementare alla PP, nel senso che la divisione di compiti aspettuali tra i due costrutti abbastanza netta.
Non così in spagnolo, dove (come notato al punto (a)), la PP ha un raggio d’azione più vasto.
Il confronto fra le tre lingue prese in considerazione consente di mettere in luce tre diverse strategie nel ritagliare gli strumenti morfologici atti ad esprimere le nozioni di progressività e continuità. Ciò non è privo di interessanti spunti teorici, tenuto anche conto del fatto che, ad un’analisi superficiale, il comportamento della PP sembra essere identico nei tre casi
considerati.
Riferimenti bibliografici.
Bertinetto, P.M. [1986], Tempo, Aspetto e Azione nel verbo italiano. Il sistema
dell'indicativo, Firenze, Accademia della Crusca.