La versione definitiva di questo lavoro è in:
Lucio Lugnani, Marco Santagata & Alfredo Stussi (curr.)
Studi offerti a Luigi Blasucci dai colleghi e dagli allievi pisani
Pacini Fazzi: 77-100, Lucca 1995
Versione aggiornata in:
Pier Marco Bertinetto
Tempi verbali e narrativa italiana dell’Otto e Novecento
Edizioni dell’Orso, Alessandria 2003
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This paper's final version is to be found in:
Lucio Lugnani, Marco Santagata & Alfredo Stussi (curr.)
Studi offerti a Luigi Blasucci dai colleghi e dagli allievi pisani
Pacini Fazzi: 77-100, Lucca 1995
Revised version in:
Pier Marco Bertinetto
Tempi verbali e narrativa italiana dell’Otto e Novecento
Edizioni dell’Orso, Alessandria 2003
Abstract:
In questo lavoro vengono esaminati la distribuzione e l’uso della perifrasi progressiva (PP; il tipo ‘stare + Ger.’) e della perifrasi continua (PC; il tipo ‘andare/venire + Ger.’). L’analsi si basa sullo spoglio (parziale o integrale) di una quarantina di romanzi, compresi in un arco di tempo che va dalla fine del sec. XVIII¡ fino ai giorni nostri. I testi sono suddivisi con criterio cronologico in quattro gruppi (designati con numeri romani da I a IV), corrispondenti a: Primo e Secondo Ottocento, Primo e Secondo Novecento.
I principali risultati sono così riassumibili.
(a) La densità massima complessiva di questi costrutti si osserva nel gruppo I (dove la PC prevale decisamente sulla PP), mentre la densità minima è documentabile per i gruppi II e III; in seguito, si nota un notevole recupero della PP (che conosce una decisa accelerazione con gli autori più recenti), mentre la PC resta su livelli alquanto più bassi. Ciò induce a pensare che tra Primo e Secondo Ottocento vi sia stata una netta frattura, resa ancor più evidente dal fatto che i testi del gruppo I presentano anche usi decisamente arcaizzanti, poi abbandonati (cf. le locuzioni del tipo di: stette aspettando).
(b) Anche rispetto al tipo di verbi impiegati si nota un’interessante evoluzione. Con la PP si assiste ad un aumento, particolarmente marcato nel gruppo IV, dei verbi “trasformativi” (‘achievements’ nella classificazione di Vendler), mentre per converso si riduce la quota riservata ai verbi ‘continuativi’ (‘activities’), decisamente preponderanti nelle fasi precendenti.
Sostanzialmente stabile, e mai dominante, è invece la presenza dei ‘risultativi’ (‘accomplishments’). Questo fatto, unitamente a quanto notato sopra, suggerisce che l’uso della PP nel periodo più recente sia caratterizzato da modalità diverse rispetto al passato. Qualcosa di analogo si osserva con la PC.
All’assenza dei trasformativi (dovuta a ragioni strutturali), fa da contrappeso la crescita dei risultativi giù a partire dal gruppo II. Il netto calo nelle presenze della PC, dal gruppo II in poi, si accompagna dunque ad una significativa evoluzione sul piano qualitativo.
Riferimenti bibliografici.
Vendler, Z., (1967), ‘Verbs and times’, in Id., Linguistics in Philosophy, Ithaca.